In Nome di Allàh, Misericordioso (Ar-Rahmàn) e Clementissimo (Ar-Rahìm)
E la benedizione e la Pace siano sul nostro Profeta sayydinà Muhammad, il veridico (siddiq), la promessa (wa’d), il sigillo (al-khàtim) dei Profeti, inviato come Misericordia (Rahma) per tutti mondi, e sulla sua Famiglia e sui suoi Compagni
Assalamu ‘alaykum wa rahmatullahi wa barakatuhu
che la Pace, la Misericordia e la Benedizione di Dio, sia tutti voi
LA FRATELLANZA E L’AMICIZIA:
VALORI E INSEGNAMENTI DELL’ISLAM
Lezione Domenica 01 Maggio 2016
(a cura di Umar A.Frigo)
Si inizia la Lezione in Nome di Dio (Bismi-Llàh), con le invocazioni di benedizioni e il saluto di Pace divini sull’Inviato di Allàh sayyidinà Muhammad, e con il saluto di Pace (Salàm) a tutti i partecipanti presenti al Corso. (Questa Lezione è stata preparata e condotta dal fratello Umar A.Frigo con l’autorizzazione e le indicazioni del Tema da trattare da parte dell’Insegnante Shaykh Anwar, assente per impegni importanti).
In un mondo dove sembra regnare sempre più lo scontro dell’uno contro l’altro, è forse bene soffermare la nostra attenzione su valori importanti quali: «la Fratellanza e l’Amicizia», valori che dovrebbero essere messi in atto nei nostri rapporti con gli altri, aiutandoci cosi a contrastare la “fitna” [1], e cioè la sedizione, la falsità, l’errore, l’inganno, la violenza, la rottura dei rapporti personali, che ogni giorno purtroppo aumenta sempre più tutto intorno a noi.
Domanda: Gli insegnamenti dottrinali e sapienziali dell’Islam possono essere di aiuto allo sviluppo della Fratellanza e dell’Amicizia tra gli esseri umani? E questi insegnamenti sono validi solo per i musulmani e solo tra loro, o sono insegnamenti e valori di “ordine universale” ai quali ogni essere umano, a prescindere dalla razza, credente o non credente, o da altre apparenti differenze esteriori, può trarne vantaggio?
Risposta: Per avere una risposta vediamo assieme alcuni tra i molteplici insegnamenti sulla Fratellanza e sull’Amicizia presenti nell’Islam, presi dal Sacro Corano, parola di Dio, presi dalla vita e dai detti (Sunna) dell’’Inviato di Allàh sayydinà Muhammad (sallà Allàhu ‘alayhi wa sallàm) e presi da alcuni Maestri Spirituali (Shuyukh) dell’Islam. Ognuno trarrà poi le proprie riflessioni , e deciderà, liberamente, come utilizzare questi insegnamenti, perché come insegna Allàh: «Non c’è costrizione nella Religione (là ikrà’h fì d-Dìn)»[2].
- INSEGNAMENTI DAL CORANO
Allàh cosi parla ai Credenti (muq’minun) (nel Corano, ultima Rivelazione divina)
«In verità i credenti sono fratelli (innamà al-muq’minuna ikhwatun): portate quindi la Pace tra i vostri fratelli e temete Allah. Forse vi sarà usata misericordia. O credenti, non scherniscano alcuni di voi gli altri, ché forse questi sono migliori di loro. E le donne non scherniscano altre donne, ché forse queste sono migliori di loro. Non diffamatevi a vicenda e non datevi nomignoli. Com’è infame l’accusa di iniquità rivolta a chi è credente! Coloro che non si pentono sono gli iniqui. O credenti, evitate di far troppe illazioni (zanna), ché una parte dell’illazione è peccato. Non vi spiate e non sparlate gli uni degli altri. Qualcuno di voi mangerebbe la carne del suo fratello morto? Ne avreste anzi orrore! Temete Allah! Allah sempre accetta il pentimento, è misericordioso».[3]
Allàh dice chiaramente che i credenti sono fratelli tra loro, e perciò li invita ad essere portatori tra di loro di un saluto di Pace (Salàm), e non di guerra o di divisione, come purtroppo sempre più succede ai nostri giorni. Invita al rispetto reciproco, a non schernire un fratello e tanto meno a diffamarlo. E ancora, cosa molto importante, Dio ci mette in guardia sul non fare troppi pensieri, troppe supposizioni, troppe illazioni sui fratelli, perché ciò porta al peccato. Le troppe illazioni portano ad attribuire ad un fratello cose malevoli e non veritiere, frutto solo di nostre creazioni e supposizioni mentali, e non di atti esteriori che abbiamo visto compiere effettivamente dal fratello, come invece dovrebbe essere. Il fare supposizioni sugli altri, apre una porta molto pericolosa dalla quale può entrare la diffamazione, l’inimicizia, l’astio, e infine la rottura del rapporto amichevole e fraterno, che invece dovrebbe essere sviluppato tra gli esseri umani.
Allàh l’Altissimo parla anche a tutti gli uomini (an–nàs)
«O uomini (Ya ayyuhà an-nàs), in verità Noi (Allàh) vi abbiamo creato da un maschio e da una femmina e abbiamo fatto di voi popoli vari e tribù, affinché vi conosciate a vicenda. In verità presso Allàh, il più nobile [il più degno di onore] tra di voi è colui che ha più timore (taqwà) di Dio. In verità Allah è Sapiente, ben informato.»[4]
Allàh, ricorda a tutti gli uomini (uomini e donne) che se essi trovano attorno a loro delle diversità di popoli, di razze, di colore della pelle, di culture, di modi di vita, di pensiero, etc. è perché Lui, che è il nostro Creatore, ha voluto e decretato che sia cosi. Forse in questo Suo disegno ci invita a riflettere su questi Suoi Segni ed intravedere la Sua Grandezza e la Sua Magnificenza e la Sua Illimitatezza nel creare ciò che vuole e come Egli vuole. Allàh ci dice poi chiaramente il perché ha creato queste diversità e cioè: «perché noi ci si conosca a vicenda». In questo Suo scopo troviamo due istruzioni molto importanti: 1) Un chiaro invito a sviluppare la “conoscenza” per non rimanere nell’ignoranza. 2) Ad aprirsi ed avvicinarsi “vicendevolmente” gli uni agli altri. Conoscenza e vicinanza , il contrario cioè di – ignoranza e lontananza -. Se si rimane nell’ignoranza, è risaputo che sorge automatico e quasi istintivo respingere e rifuggire da ciò che non si conosce, questo atteggiamento sviluppa però l’individualismo, il rinchiudersi in se stessi, e ci preclude l’accettazione del diverso.
La Fratellanza e l’Amicizia perciò richiedono: “Conoscenza” e “Vicinanza”.
Allàh l’Altissimo, ci dice poi qual è il ‘segno’ che distingue chi ha più valore, chi vale più di un altro, e non si tratta di “cose esteriori” dell’uomo: i beni materiali che esso possiede, la posizione sociale, la fama nel mondo, ecc. ma bensì di “cose e qualità interiori e più nobili” all’uomo, e di ciò che c’è nel suo cuore e cioè: «il timore di Allàh (taqwà)», il Creatore dell’uomo. Il timore di Allàh comporta il ricercare la soddisfazione (ridà) di Allàh, per tutto ciò che elargisce con generosità all’uomo, e il ricercare la Fratellanza e l’Amicizia con tutte le altre creature di Allàh, va certamente in questa direzione.
Dice ancora Allàh:
«Aiutatevi l’un l’altro nella pietà (birr) e nel timore (taqwà) di Dio».[5]
«Adorate Allah e non associateGli nulla; e ancora si abbia perfetta bontà nei confronti dei genitori, dei parenti, degli orfani, dei poveri, del vicino che vi è parente, e del vicino che vi è estraneo, di chi è compagno, del viandante, e di ciò che posseggono le vostre destre. In verità Allah non ama l’insolente, il vanaglorioso».[6]
Allàh invita l’uomo a sviluppare in se stesso una “perfetta bontà” verso il prossimo, a partire da chi ha più vicino a lui, e via via allargandosi verso l’esterno. Bontà! e non cattiveria e odio.
- INSEGNAMENTI DALLA VITA (SUNNA) DEL PROFETA MUHAMMAD (sas)
I detti, gli atti, e i consigli, sulla Fratellanza e sull’Amicizia tra gli uomini, che ci sono arrivati dal Profeta Muhammad (sallà Allàhu ‘alayhi wa sallàm) sono moltissimi. Considerando che Allàh dice di lui «O Muhammad non ti ho inviato se non come Misericordia (Rahma) per i Mondi»[7] non può che essere cosi.
Il Profeta Muhammad (sallà Allàhu ‘alayhi wa sallàm) pronunciò il suo ultimo Sermone (Khutba) il giorno 9 del Mese di Dhul Hijja, 10 anni dopo dell’Egira (emigrazione da Mecca a Medina, febbraio 632 D.C.) nella Valle Uranah del monte Arafat (circa 20 km da Mecca), davanti a circa 100.000 pellegrini. Le sue parole erano molto chiare e concise e sono state dirette a tutta l’umanità, ne riportiamo solo alcuni passaggi:
«O Gente, cosi come considerate sacri questo mese (Dhul Hijja), questo giorno (arafa) e questa città (Mecca), allo stesso modo considerate la vita e la proprietà di ogni musulmano come una cosa di fiducia (amàna). Restituite i beni che vi sono stati affidati ai legittimi proprietari. Non fate del male (non nuocete) a nessuno in modo che nessuno possa fare del male a voi. Ricordate che un giorno incontrerete il vostro Signore (Allàh) e che Egli vi chiederà conto delle vostre azioni (…).
Tutta l’Umanità deriva da Adamo ed Eva, un arabo non ha alcuna superiorità su un non arabo, né un non arabo ha alcuna superiorità su un arabo; anche un bianco non ha alcuna superiorità su un nero, né un nero ha una superiorità su un bianco, eccetto che per il timore di Allàh (taqwà) e le buone azioni (a’màl hasàn) (…)
Imparate che ogni musulmano è fratello di ogni musulmano e che i musulmani costituiscono una fratellanza. Nulla è legittimo per un musulmano se appartiene ad altro fratello musulmano, i beni di un fratello sono inviolabili, salvo con il suo consenso libero e volontario. Perciò non fate ingiustizia tra di voi (…).
Ricordate! un giorno sarete davanti ad Allàh e risponderete delle vostre azioni, perciò fate attenzione e state in guardia, non allontanatevi dal sentiero della giustizia dopo che io sarò andato (dopo la mia morte). O gente, nessun Profeta o Inviato di Allàh verrà dopo di me, ne sorgerà una nuova Fede. Perciò o Gente, questo è un motivo affinché voi comprendiate e capiate bene le parole che ora vi trasmetto (…). (riportato da Al Bukhari).
Alcuni hadîth [8] del Profeta Muhammad (sallà Allàhu ‘alayhi wa sallàm)
«Allàh aiuta il servo nella misura in cui egli aiuta il suo fratello».
Chi è il fallito nella Umma (comunità)
L’Inviato di Allàh (s.a.s.) disse: «”Sapete chi è il fallito?” “Tra noi il fallito è chi non ha più né denaro né beni”, risposero. Lui allora disse: “Fallito nella mia Comunità (Umma) è colui che il Giorno della Resurrezione arriverà portando preghiera, digiuno, ed elemosina rituale, ma arriverà anche avendo insultato un primo, accusato falsamente un secondo, dissipato i beni di un terzo, versato il sangue di un quarto, e percosso un quinto. Ed ecco che questo prenderà qualcosa delle sue buone azioni, quest’altro anche prenderà qualcosa [e così via]: e se le sue buone azioni verranno meno prima che sia esaurito ciò che è a suo carico, si prenderà qualcosa delle cattive azioni di quelli [che ha maltrattato] e saranno gettate su di lui. Poi egli sarà gettato nel Fuoco [dell’Inferno]».[9]
I Credenti sono come un unico corpo
L’Inviato di Allah (s.a.s.) disse: «La parabola adatta ai credenti nel loro amore reciproco, nella loro reciproca misericordia, e nel loro reciproco affetto è quella del corpo: quando un membro di esso soffre, le altre membra del corpo si chiamano l’una con l’altra, in ragione di quel dolore, con l’insonnia e la febbre»[10]. Bellissima ed eloquente immagine di come deve essere la fratellanza.
Dei diritti e della misericordia verso i fratelli
L’Inviato di Allah (s.a.s.) disse: «Di colui che non ha misericordia per gli uomini, Allàh non avrà misericordia (rahma)»[11]. Da scrivere a grandi lettere, e leggere tutti i giorni.
E disse ancora: «”Non nutrite [tra di voi] reciproche invidie, non accordatevi tra voi per influenzare fraudolentemente le compravendite, non odiatevi l’un l’altro, non voltatevi reciprocamente le spalle, non entrate in una compravendita già prossima a realizzarsi proponendo migliori condizioni: e siate servi di Allah come fratelli. Il musulmano è fratello del musulmano: non è ingiusto nei suoi confronti, non lo disprezza, e non gli nega il suo aiuto. Il timor di Dio (taqwà) sta qui”, e indicò tre volte il petto, “ed è già abbastanza male per una persona il fatto che disprezzi il suo fratello musulmano. Tutto del musulmano è sacro e inviolabile per il musulmano: il suo sangue, i suoi beni e il suo 0nore”».[12] (Muslim)
Sul diritto del vicino
L’Inviato di Allah (s.a.s.) disse: «Chi ha fede in Dio e nell’ultimo Giorno, non arrechi disturbo al proprio vicino; chi ha fede in Dio e nell’ultimo Giorno tratti l’ospite con generosità; chi ha fede in Dio e nell’ultimo Giorno, parli bene o taccia».[13]
Ed ancora: «Il migliore dei compagni presso Allàh l’Altissimo è chi è migliore con il suo proprio compagno, e il migliore dei vicini presso Allàh l’Altissimo è chi è migliore con il proprio vicino».[14]
Qui si parla del vicino, senza specificare che sia musulmano! Perciò è un chiaro consiglio a stare attenti alle nostre azioni che non rechino danno a chi abbiamo vicino a noi, a casa, al lavoro, o in altre occasioni, e chiunque esso sia.
Sull’amore per i fratelli
L’Inviato di Allah (s.a.s.) disse: «Un uomo si recò in un altro villaggio a far visita ad un suo fratello. Allah l’Altissimo fece si che sul suo cammino vi fosse un Angelo ad osservarlo; quando l’uomo passò da lui gli chiese: ‘Dove intendi andare?’ ‘Intendo andare da un mio fratello che vive in questo villaggio,’ rispose. L’Angelo gli domandò: ‘C’è forse da lui un qualche beneficio che ti spetta, cosi che vai ad occuparti di quello?’ ‘No,’ rispose l’uomo, ‘lo vado a visitare solamente perché lo amo in Allah l’Altissimo.’ L’Angelo allora gli disse: ‘lo sono inviato a te da parte di Allàh a dirti che come tu ami il tuo fratello in Lui, così Egli ama te’»[15]
E disse anche: «Allah l’Altissimo chiederà il Giorno della Resurrezione: ‘Dove sono coloro che si sono amati reciprocamente nella Mia Maestà? Oggi lo li riparerò sotto la Mia ombra, perché questo è un Giorno in cui non v’é altra ombra che la Mia.’» [16]
E disse: «Per Colui nella Cui Mano è l‘anima mia, non entrerete nel Giardino [del Paradiso] finché non avrete fede (imàn), e non averte fede finché non vi amerete (tahàbbu) l‘un l‘altro. E non dovrei forse mostrarvi una cosa che, quando la metterete in atto, vi amerete l‘un l’altro? Diffondete tra di voi il saluto di Pace (as-salama).»[17]
L’Amore reciproco è il collante che tiene unite le persone e allontana la divisione la lotta.
Sulla calma e la gentilezza nei rapporti
Dice Allàh: «Non sono uguali la buona azione e la cattiva, ma tu respingila [quella cattiva] con ciò che è migliore; ed ecco colui con il quale vi è inimicizia diviene come caldo amico. Ma non incontrano ciò se non coloro che hanno pazienza; e se non coloro che hanno una parte immensa».[18]
L’Inviato di Allah (s.a.s.) disse ad Ashajj Abdu l-Qays: «Vi sono in te due virtù che Allàh ama: la mitezza e la calma».[19]
E disse: «Allàh è Gentile (Ar-Rafìq), e ama la gentilezza in ogni cosa» (inna Allaha Rafìqun yuhibbu ar-rafq fì al-amri kullihi muttafaq ‘alayhi).[20]
E ancora: «Facilitate, e non fate difficoltà. Annunciate la buona novella, e non rendetevi odiosi».
E anche: «Volete che vi dia notizia di chi è escluso dal Fuoco [del’Inferno], o forse disse di colui al quale il Fuoco è interdetto? E’ interdetto a chiunque sia vicino [agli altri], modesto, tenero e accomodante».[21]
L’Islam insegna all’uomo ad essere gentile, calmo, e a non essere grossolano, agitato o violento.
Sul saluto di Pace (as-salam)
Si tramanda da ‘Abd Allàh ben ‘Amr: «Un uomo chiese all’Inviato di Allàh (sas): “Quale è l’Islàm migliore?” Lui rispose: “Elargirai da mangiare, e rivolgerai il saluto di Pace (as-salama) a chi conosci, e a chi non conosci”».[22]
E ancora: «Quando Allah ebbe creato Adamo, gli disse: ‘Vai e rivolgi il saluto di Pace a quelli,’ e intendeva un gruppo di Angeli seduti, ‘quindi ascolta come essi ti saluteranno, perché sarà il saluto tuo e dei tuoi discendenti.’ Egli allora disse loro: ‘Sia la Pace su di voi (assalamu ‘alaykum).’ Gli Angeli risposero ‘Sia la Pace su di te, assieme alla misericordia di Allah’, aggiungendo ‘…assieme alla misericordia di Allah (wa rahmatu Allàh)».[23]
Riflessione importante: il saluto del musulmano “assalamu ‘alaykum” è un saluto “primordiale” che risale addirittura ad Adamo e agli Angeli, è il saluto che viene usato in Paradiso, usiamolo con fierezza e gratitudine per averlo ricevuto fino ai nostri tempi. Il saluto di Pace inoltre aiuta l’uomo ad entrare in Paradiso come detto in questo hadith: «Per Colui nella Cui Mano è l‘anima mia, non entrerete nel Giardino [del Paradiso] finché non avrete fede (imàn), e non averte fede finché non vi amerete (tahàbbu) l‘un l‘altro. E non dovrei forse mostrarvi una cosa che, quando la metterete in atto, vi amerete l‘un l’altro? Diffondete tra di voi il saluto di Pace (as-salama).»
Sulla visita all’ammalato
Si tramanda da ‘Ali: “Ho sentito l’lnviato di Allah (sas) che diceva: «’Non v’è musulmano che di mattino vada a trovare un altro musulmano ammalato senza che settantamila Angeli preghino su di lui fino a quando farà sera; né lo va a trovare la sera senza che settantamila Angeli preghino su di lui fino a quando farà mattina. E gli appartengono dei datteri colti nel Paradiso’».[24]
Sul divieto della diffamazione e di dire il falso sugli altri
Allàh l’Altissimo dice: «Non dare ascolto ad alcun miserabile spergiuro, a chi parla male degli altri, seminatore di maldicenza» (Corano 68:10-11).
L’Inviato di Allah (s.a.s.) disse: «Chi diffama gli altri non entra nel Giardino [Paradiso]».[25]
Allàh l’Altissimo dice: «E non seguire ciò di cui non hai conoscenza» (Cor.17:36).
L’Inviato di Allah (s.a.s.) disse: «La veridicità guida alla pietà (birr), e la pietà al Giardino (Paradiso): e un uomo dice il vero fino a che viene ascritto presso Allàh come veridico. La menzogna guida all’empietà, e l’empietà guida al Fuoco (Inferno): e un uomo mente fino a che vien ascritto presso Allàh come mentitore».[26]
Sul divieto di maledire una persona
L’Inviato di Allah (s.a.s.) disse:«Non conviene certo ad un uomo veridico maledire di frequente».[27]
Ed ancora: «Non maleditevi l’un l’altro, invocando l’uno contro l’altro la maledizione di Allàh, o la Sua ira, o il Fuoco.»[28]
Ed ancora: «Il credente non si dedica ad ingiuriare né a maledire, non è empio e indecente, né parla in modo osceno».[29]
Quanto purtroppo invece è usata ai nostri tempi ‘la maledizione’, anche tra gli stessi musulmani.
Sulla proibizione dell’odiarsi l’un l’altro
L’Inviato di Allah (s.a.s.) disse: «Non odiatevi né invidiatevi gli uni gli altri, non voltatevi reciprocamente le spalle, non troncate le relazioni tra voi: siate servi di Allah, come fratelli. E non è lecito per un musulmano rompere con il suo fratello per più di tre [giorni].»[30]
Di come sia proibito spiare gli altri
l’Inviato di Allah (s.a.s.) disse: «Guardatevi dal pensiero (malevolo) (zanna), perché il pensiero (malevolo) è il discorso più menzognero che vi sia. Non mettetevi a cercare bramosamente né a spiare, non anelate avidamente, non invidiatevi né odiatevi gli uni gli altri, e non voltatevi reciprocamente le spalle: siate servi di Allah, come fratelli, come Egli vi ha ordinato. Il musulmano è fratello del musulmano: non è ingiusto con lui, non lo lascia solo e non lo disprezza».[31]
E per finire:
l’Inviato di Allah (s.a.s.) disse:
«Nessuno di voi è vero credente se non desidera per il fratello ciò che desidera per sé stesso».[32]
E Allàh per mezzo del Suo Inviato dice:
«O Miei servi: Io ho proibito l’oppressione a Me stesso e l’ho proibita tra di voi, quindi non opprimetevi l’un l’altro».[33]
- INSEGNAMENTI DA ALCUNI MAESTRI SPIRITUALI (SHUYUKH) DELL’ISLAM
Alcuni spunti per una buona fratellanza e amicizia tra gli uomini
Sheikh At-Tâdilî (mistico sufi del Marocco) dice che le qualità proprie del vero credente – fanno sì che quando tu sei irritato con lui, egli ti risponde con l’equanimità […]. Esse lo portano anche a perdonare colui che gli ha fatto un torto, a sforzarsi di riallacciare le relazioni di amicizia con colui che le ha rotte, a soddisfare le richieste di colui che ha respinto le sue.
L’amicizia e la fratellanza obbligano alla sincerità, sia esteriore sia interiore, in effetti, tu sei lo specchio dei tuoi fratelli: essi vedono in questo specchio ciò che è nascosto in profondità […]. E v’è un adagio che dice: “Nessuno dissimula una cosa senza ch’essa traspaia dal suo volto e dalle parole che si lascia sfuggire” […].
L’amicizia implica la modestia (nelle relazioni) tra fratelli, il controllo degli impeti del carattere proprio di ciascuno, la convinzione di essere inferiori agli altri fratelli […]. Questa amicizia conduce a far finta di non notare i passi falsi dei fratelli, a nascondere i loro difetti, […] a cercargli tutte le scuse possibili, mettendo in pratica l’insegnamento di questo detto profetico che dice: «Cerca per tuo fratello settanta scuse e se non le trovi, rivolgiti all’anima tua con sospetto e dille: Quello che vedi in tuo fratello è ciò che è nascosto in te!» (hadith).
A questo riguardo il grande Sufi Jâlal-ud-dîn Rumî ha detto: «Se scopri un difetto in tuo fratello, devi sapere che tale difetto esiste in te stesso […]. Elimina il difetto che ti ferisce: in realtà ti sei ferito da te stesso […]. Tutti i difetti: la prepotenza, l’odio, la gelosia, la bramosia, l’assenza di pietà, l’orgoglio, se esistono in te non ti feriscono, ma quando li scopri negli altri, ti spaventi e ne sei ferito».
“L’amicizia – continua a dire lo Sheikh at-Tâdilî – implica che ci si informi delle preoccupazioni dei fratelli, che si presti loro aiuto nella misura del possibile, che si vada sovente a trovarli per rendere loro visita e rinnovare l’alleanza con loro».
«La nobiltà del carattere (màkarim al-akhlàq) è il cuore dell’Islam, e in un hadith celebre il Profeta Muhammad (sallà Allàhu ‘alayhi wa sallàm) ha detto:
«Sono stato inviato [da Allàh] per perfezionare la nobiltà del carattere». (hadith)
Essa presuppone la rinuncia al desiderio di comandare tra i Fratelli, la rinuncia all’ostentazione e agli onori. Il fratello non dovrà vantarsi di essere superiore ai suoi fratelli per la Scienza, per la conoscenza o per gli stati [spirituali], ma rifletterà piuttosto sulla lentezza con cui sbarazza la propria anima (nafs) dalle passioni e con cui procede alla ricerca di quello che può accontentare i suoi fratelli».
Il ‘vero credente’, attraverso la pratica delle prescrizioni divine e dell’educazione spirituale Muhammadiana comprende che: il solo Giudice è Allàh!
Comprende anche che le credenze possono essere differenti o divergenti, ed egli comprende e comunica con l’altro amando per lui il bene e rispettandolo: perché l’essere umano, qualunque sia la sua razza o la sua religione, è generato dal soffio (ruh) di Allàh.[34]
In una parola, la Via insegnata dall’Islam è la via dell’Unione, dell’Amicizia e della Fratellanza, con tutte le Creature di Allàh e con tutto il Suo Creato.
Che Allàh ci protegga tutti dalle inside di Satana (shaytan) che ci vuole mettere in lotta l’uno contro l’altro, e farci dividere, che Allàh tenga i nostri passi saldi nella Via Retta (siràt al mustaqim) e che Allàh tenga i nostri cuori rivolti al Suo nobile Volto, Amin!
NOTE
[1] Il termine fitna plurale fitan designa in maniera del tutto generale il ‘disordine’ che è causato dagli uomini in diversi ambiti a causa dell’oblio dei principi tradizionali, e i relativi ‘turbamenti’ che inevitabilmente si scatenano, in maniera spesso incontrollabile. Al livello dei rapporti tra i sessi, la fitna è l’azione di ‘seduzione’ che una persona esercita su altri a causa della sua bellezza e del suo fascino (o della sua malizia), e che provoca ‘turbamento’ nella misura in cui si attua al di fuori di quanto è lecito ed opportuno; in campo politico o sociale, la fitna è la ‘sedizione’, designando ciò che viene posto in essere per sovvertire l’ordine e rivoluzionare i rapporti sociali, quando ciò non sia giustificato dalle disposizioni tradizionali che in casi estremi permettono ai credenti di ribellarsi a chi detiene la sovranità; nella Religione, la fìtna si identifica all’azione di alterazione dei principi, e finanche di profanazione, esercitata dalle sette e dai gruppi che rifiutano l’Ortodossia tradizionale.
[2] Corano Sura Baqara 2:256.
[3] Corano Sura Hujuràt 49:10-11-12.
[4] Corano Sura Hujuràt 49:13.
[5] Corano Sura Al-Maida 5:2.
[6] Corano Sura An-Nisà 4:36.
[7] Corano Sura Al-Anbyà 21:107.
[8] Tratti dal Libro “I Giardini dei Devoti” di An-Nawawì Ed. Orientamento/Al-Qibla.
[9] (Muslim) An-Nawawì hadîth nr.219 pag.153, “Cap.26: del divieto dell’ingiustizia e dell’ordine di respingere le iniquità”.
[10] An-Nawawì hadîth nr.225 pag.155, “Cap.27: dell’onorare quanto dei musulmani è sacro e inviolabile; esposizione dei loro diritti, e della sollecitudine e della misericordia che si devono avere nei loro confronti”.
[11]An-Nawawì hadîth nr.227 pag.156, “Cap.27.
[12] (Muslim) in An-Nawawì hadîth nr.236 pag.159, “Cap.27.
[13] An-Nawawì hadîth nr.309 pag.194. “Cap. 39: del diritto del vicino, e di ciò che è raccomandato al riguardo”.
[14] (Tirmidhì) An-Nawawì hadîth nr.312 pag.195, “Cap. 39.
[15] (Muslim) An-Nawawì hadîth nr.361 pag.223. “Cap.45: del fare visita a quanti sono caratterizzati dal Bene, manifestando amore per loro”.
[16] (Muslim) An-Nawawì hadîth nr.377 pag.231. “Cap.46: dell’eccellenza dell’amore in Allàh”.
[17] (Muslim) An-Nawawì hadîth nr.378 pag.231. “Cap.46”.
[18] Corano Sura Fussilat 41:34-5.
[19] (Muslim) An-Nawawì hadîth nr.631 pag.357. “Cap.74:della mitezza della calma e della gentilezza”.
[20] An-Nawawì hadîth nr.632 pag.357. “Cap.74”.
[21] An-Nawawì hadîth nr.641 pag.359. “Cap.74”.
[22] An-Nawawì hadîth nr.846 pag.442. “Cap.131:dell’eccelnza del saluto di Pace, e dell’ordine di diffonderlo”.
[23] An-Nawawì hadîth nr.847 pag.442. “Cap.131”.
[24] An-Nawawì hadîth nr.900 pag.459. “Cap.144: del fare visita all’ammalto”.
[25] An-Nawawì hadîth nr.1538 pag.691. “Cap. 257: di come sia vietata la diffamazione…”.
[26] An-Nawawì hadîth nr.1544 pag.694. “Cap.260: del divieto di dire il falso”.
[27] An-Nawawì hadîth nr.1555 pag.705. “Cap.264: del divieto di maledire una persona, e altre creature…»
[28] An-Nawawì hadîth nr.1557 pag.705. “Cap.264”.
[29] An-Nawawì hadîth nr.1558 pag.705. “Cap.264”.
[30] An-Nawawì hadîth nr.1570 pag.711. “Cap.269: della proibizione dell’odiarsi…»
[31] An-Nawawì hadîth nr.1573 pag.713. “Cap.271: del non spiare gli altri”.
[32] An-Nawawi 40 Hadith (nr.13).
[33] Hadith qudsì nr.17
[34] Corano Sura 32:9 : «[Allàh] gli diede [all’uomo] la sua forma perfetta e ha insufflato in lui del Suo spirito (ruh)» .
assalamu ‘alaykum
che la Pace sia su di voi
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